Mission

COAGULUM REPORT: LA “MISSION” E LA “VISION” DELLA NUOVA RIVISTA

Augusto Zaninelli, Giuseppe Di Pasquale, Pierluigi Antignani

Coordinatori Scientifici del Progetto “Coagulum Report”

Le patologie cardio e cerebrovascolari continuano ad essere la prima causa di morte, di malattia e di invalidità nei Paesi occidentali, lo stanno per diventare nei Paesi emergenti e, in ogni caso, a livello mondiale, costituiscono la prima causa di morte tra le malattie cosiddette “non trasmissibili”.

Cardiologi, Angiologi e tutti gli Specialisti e Generalisti impegnati nella cura della malattia aterotrombotica quindi, sono chiamati ad affrontare ancora sempre nuove sfide e lo potranno fare adeguandosi velocemente alle nuove prospettive di lavoro e ai cambiamenti in atto per la Medicina Cardiovascolare dei prossimi anni. Cardiologia e Angiologia, infatti, si adegueranno, nel prossimo futuro, alla Medicina delle “5 P”, vale a dire una Medicina del Cuore e dei Vasi “Preventiva”, “Partecipativa”, “Predittiva”, “Personalizzata” e “Precisa”.

E’ del tutto superfluo soffermarsi sull’importanza della prevenzione, sia primaria, sia secondaria. Uno degli obiettivi dell’approccio cardiovascolare sarà estendere la prevenzione primaria il più precocemente possibile, iniziando anche con programmi in età pediatrica, attraverso una fattiva collaborazione con le Istituzioni Scolastiche, mentre, obiettivo altrettanto importante sarà l’intensificazione e la sorveglianza sanitaria in prevenzione secondaria e nei pazienti, in generale, ad alto rischio cardio e cerebrovascolare.

Anche i concetti di partecipazione del paziente ai processi decisionali che riguardano la sua malattia è un atteggiamento ormai abbastanza consolidato. E’ dimostrato, infatti, che una maggiore consapevolezza del rischio da parte del Paziente ed una negoziazione con lui in tema di provvedimenti diagnostici e terapeutici è una delle migliori strategie per ottenere aderenza al trattamento e ai follow-up. Il cosiddetto “empowerment” del Paziente, già in atto da qualche anno, proseguirà nel prossimo futuro e tenderà a migliorare la relazione e la comunicazione medico-paziente. Anche l’Angiologo e il Cardiologo si dovranno adeguare, il che significa che dovranno utilizzare, per questo scopo, una maggiore quantità di tempo, organizzandosi, quindi, in tal senso, anche perché il tempo dedicato all’ascolto del paziente è, a tutti gli effetti, tempo di cura.

I programmi e le strategie per la prevenzione, soprattutto primaria, si basano sui grandi trials clinici, sulle osservazioni di popolazione e sugli standard di comportamento. Per la maggioranza degli interventi queste informazioni sono sufficienti, ma è evidente che se Cardiologo o Angiologo sapessero, all’interno dei propri pazienti con vari fattori di rischio, chi di loro è più predisposto a sviluppare un evento acuto aterotrombotico o embolico, l’approccio gestionale complessivo, sarebbe differenziato, personalizzato e meno standardizzato. E’ questo il caso della medicina predittiva e personalizzata, due aspetti strettamente correlati tra loro. Nel prossimo futuro la genetica medica, l’analisi del DNA, il confronto fra genotipo e fenotipo, la conoscenza delle predisposizioni genetiche di ciascuno influenzeranno e non poco i comportamenti, soprattutto terapeutici. La Medicina Cardiovascolare predittiva condizionerà molto quella personalizzata, anche per i sempre crescenti aspetti di farmacogenomica, che tendono a differenziare l’efficacia delle varie opzioni terapeutiche, in base a fattori genetici di resistenza o di eccessiva risposta ai farmaci.

Angiologia e Cardiologia predittive e personalizzate non potranno, nel futuro, che coagularsi nella cosiddetta Medicina Cardiovascolare “di precisione”. La “Precision Medicine” è stata lanciata da Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America, nel discorso programmatico tenuto in gennaio di quest’anno. In sintesi si tratta di adattare le raccomandazioni di buona pratica clinica delle linee guida al governo individuale della salute del singolo paziente. Come è noto, infatti, le raccomandazioni sono fondate dalla medicina basata sulle evidenze, che trae le sue formule, dai risultati dei trials clinici. In questi lavori scientifici, non sempre i pazienti arruolati ed analizzati sono gli stessi del mondo reale, per tutta una serie di esigenze che ben si conoscono e che sono legate alla fattibilità stessa dell’ipotesi di risultato da verificare con lo studio. L’implementazione e l’applicabilità delle raccomandazioni, soprattutto quelle basate su livelli di evidenza meno robusti, appare realizzata solo se esse sono rapportate alle caratteristiche cliniche, comportamentali e genetiche del singolo individuo, ricreando, in questa “medicina di precisione” una sorta di modulazione delle raccomandazioni, che diventano in tal senso praticabili, percorribili e utili per la gestione dei vari problemi. Un esempio pratico: la somministrazione della trombolisi sistemica nell’ictus acuto in pazienti di età superiore agli 80 anni, dopo aver rispettato tutti i criteri di esclusione, validi per i soggetti più giovani, è una raccomandazione non ancora supportata da evidenze forti. Ebbene, la medicina di precisione consente, nella misura in cui in medico conosce bene le caratteristiche individuali, genetiche e particolari del suo paziente, di personalizzare la raccomandazione, applicandola in casi simili, favorendo, quindi, un netto miglioramento della prognosi, sia come sopravvivenza, sia come disabilità.

La sfida della medicina del cuore e dei i vasi del futuro, poi, passerà attraverso una diagnosi sempre più accurata, non solo per una maggiore sofisticazione degli strumenti, ma anche per una più capillare diffusione a livello territoriale di apparecchi o dispositivi, che, a costi contenuti, consentiranno di avere validi supporti tecnologici alla visita medica classica, sia sotto il diretto controllo dell’operatore, sia attraverso sistemi sempre più validi di telemedicina e di assistenza diretta durante la visita. E’ il caso, da un lato di apparecchiature sempre più raffinate di diagnosi di secondo livello, come risonanza magnetica, angiografia computerizzata o ecografia in 3D, ma dall’altro, di dispositivi portatili di ecografia, sempre più miniaturizzati, di mini laboratori ambulatoriali per monitoraggio di determinati parametri (ad esempio il BNP o la troponina) di strumenti atti a meglio definire l’estensione e la qualità della placca aterosclerotica e di collegamenti sempre più veloci per utilizzare sistemi di visita specialistica cardiologica supervisionata (basti pensare, ad esempio, alle possibilità in tal senso che offriranno dispositivi tipo Google Glass).

Infine, la affascinante opportunità delle opzioni terapeutiche del futuro, che in campo cardiovascolare, presenteranno innovazioni farmacologiche, di cui oggi sperimentiamo i nuovi antitrombotici (anticoagulanti orali, antiaggreganti, eparine frazionate), gli anticorpi monoclonali per le dislipidemie o gli inibitori dell’angiotensina II/anti neprilisina, per lo scompenso cardiaco. Terapia che non sarà solo farmacologica, se pensiamo alle prospettive della cardiologia interventistica e vascolare a cielo coperto e ai nuovi pacemaker, collegati all’endocardio via Bluetooth o wireless.

Con queste premesse, si rinnova la testata “Coagulum Report”, una rivista dinamica e moderna rivolta a Specialisti e Medici di Medicina Generale con interesse speciale in patologia cardiovascolare, dedicata ai problemi pratici della vita professionale quotidiana, che, spesso, vedono lo stesso paziente condiviso fra ospedale e territorio, fra specialisti di primo e di secondo livello, fra specialista e generalista, fra medici e altre figure professionali come infermieri dell’assistenza domiciliare, caregiver ed ausiliari.

La “mission” del giornale è, pertanto, produrre formazione, informazione ed aggiornamento qualificati nel campo delle malattie del cuore e dei vasi sanguigni, con rigore scientifico e con uno sguardo al futuro, senza trascurare mai il presente, ribadendo di volta in volta, i concetti e le nozioni basate su evidenze robuste. Obiettivo ulteriore è quello di “coagulare” in un’aggregazione culturale multidisciplinare i diversi specialisti (non solo cardiologo ed angiologo) che si occupano del paziente con malattia aterotrombotica coronarica, cerebrale e periferica.

La “vision” è quella di creare uno strumento moderno, multimediale, al passo con i tempi, agile, sempre aggiornato, di facile consultazione, che possa costituire un punto di riferimento fisso e codificato, nel processo di arricchimento professionale, caratteristico ed imprescindibile per il nostro lavoro.